Rimettere mano, oggi, alla ideologia socialista?
Sembrerebbe una domanda assurda dopo 25 anni di guerra alle ideologie.
Eppure dobbiamo. Dobbiamo rimetterla in moto per ridare stimoli al riformarsi di ideologie, non secondo schemi superati dell'800 ma per il riformarsi di ideali sempre più necessari per ricominciare a difendere i diritti civili e sociali che abbiamo conquistato e che sono stati minati con il liberismo sfrenato e vincente sul modello sociale e politico del socialismo e del cattolicesimo progressista.
Non abbiamo più progetti, non abbiamo più ideologie, oggi è un dato di fatto e purtroppo:
Progetto e ideologia sono la stessa cosa: non puoi fare un progetto se non hai un’ideologia.
Dal Blog - libreidee.org, in un articolo ho letto ed estratto questo paragrafo:
<< E l’aver trasformato l’ideologia in un insulto è la riprova che a questo sistema, le cose che hanno idee, fanno paura. Il potere le teme, vuole cose senza idee. Vogliono un encefalogramma piatto come quello di Renzi, dove non ci sono onde. >>
A parte lo spirito goliardico (che a me piace sia chiaro) della battuta finale, è l'inizio che mi interessa: "aver trasformato l'ideologia in un insulto..:" e immediatamente ho rivisto il film degli anni '90, crollo delle ideologie e delle contrapposizioni, crollo dei partiti, crollo della credibilità della politica.
Con la fine del PSI e degli altri partiti non è finita una stagione di corruzione e malapolitica, è finita la gestione politica della cosa pubblica che pur con le sue deviazioni da condannare tutte sia chiaro, veniva diretta secondo schemi ideologici ma reali, portati sul territorio e nella società.
Abbiamo permesso la dissoluzione del potere sindacale grazie "privatizzazione dei sindacati", facendogli guadagnare "troppi soldi" con la stagione dei Caf, dei centri servizi agli associati, ecc.(vedi Isee, 730, Unico, ecc.).
Abbiamo permesso l'introduzione di regole sul lavoro sempre più penalizzanti per i lavoratori con l'acquiescenza dei sindacati definitivamente impigliati nelle maglie del capitale (vedi gestione dei fondi per Assicurazioni sanitarie e Pensioni integrative, ecc.).
Il quesito iniziale è la base di tutte le discussioni sul socialismo e sulla necessità di ripartire. La nostra dissoluzione, la dissoluzione dei partiti, degli schemi ideologici, delle contrapposizioni ha fatto vincere chi sembrava avesse perso negli anni 60, e 70. La forza del capitale è anche questa, avere le risorse per permettersi di perdere delle battaglie ed arretrare pur di proseguire nella guerra e probabilmente vincerla. Come è successo.
Tanti socialisti, forse non tutti interessati all'idea o più propensi per ego o interessi al potere per il potere, hanno piegato loro stessi e la loro politica al volere di gruppi interessati esclusivamente al bene delle imprese e non a quello della società ed è stato loro permesso di aggirare quello che è uno degli articoli della costituzione più importanti:
Art. 41.
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
E' vero che vi è la libertà d'impresa ma è altrettanto vero che nel creare l'impresa vi devono essere canoni di utilità sociale, proprio per rispettare il diritto alla vita (basta morti sul lavoro), alla libertà, alla dignità ed al giusto compenso che ogni cittadino merita quando presta la propria opera in regime subordinato.
Nell'abbracciare nuove teorie economiche anti-ideologiche abbiamo perso di vista quello che lo spirito del socialismo ha cercato di indicarci come via per il progresso sociale solidale.
Rimettere mano, oggi, alla ideologia socialista?
La risposta è semplice: SI dobbiamo farlo, è nostro dovere per la nostra storia, per il nostro futuro.
MARCO RAVEGGI'S BLOG
giovedì 3 maggio 2018
Ribelliamoci contro l'Accattonaggio del Posto
A Pisa il PSI corre in competizione contro il PD, non in coalizione, a Massa, dopo la rottura del tavolo delle primarie, il PSI appoggerà un candidato in competizione contro il PD, qual'è lo scandalo nel PSI di Lastra di voler correre da soli, alternativi al PD? Perché a Pisa o Massa si e nella piccola e insignificante Lastra a Signa NO?
L'autonomia locale sancita dall'articolo 1 comma 5 dello statuto del PSI vigente perché non vale per la piccola sezione di Lastra mentre vale per Pisa e Massa e probabilmente in tante altre località che non posso citare.
Vi è una linea fondamentale che divide chi fa politica seriamente, con impegno, a rischio anche dei propri interessi e chi la fa solo per la logica del "Posto a tutti i costi", per il proprio ego o interesse personale.
Finalmente, visti i casi sempre più diffusi, i compagni stanno acquisendo coscienza che lo sbattersi e dimenarsi per un posto in lista con il PD non ripaga dello schifo che si prova nel prostituirsi, nel dimenarsi per qualcosa che, sinceramente, non ci ripaga e non ci appartiene.
Siamo sicuri che il Socialismo chieda ai compagni simili sacrifici? Farsi prendere in giro, anzi, farsi sfottere in maniera pesante e anche palese, non essere ricevuti, non essere considerati e rimanere in silenzio pur di avere una spesso illusoria possibilità di avere un posto a tavola?
Il Socialismo è integrità morale e sociale, prima di ogni cosa, ribelliamoci a questa logica, ribelliamoci dall'Accattonaggio del Posto, rimettiamoci in gioco, tutti.
L'autonomia locale sancita dall'articolo 1 comma 5 dello statuto del PSI vigente perché non vale per la piccola sezione di Lastra mentre vale per Pisa e Massa e probabilmente in tante altre località che non posso citare.
Vi è una linea fondamentale che divide chi fa politica seriamente, con impegno, a rischio anche dei propri interessi e chi la fa solo per la logica del "Posto a tutti i costi", per il proprio ego o interesse personale.
Finalmente, visti i casi sempre più diffusi, i compagni stanno acquisendo coscienza che lo sbattersi e dimenarsi per un posto in lista con il PD non ripaga dello schifo che si prova nel prostituirsi, nel dimenarsi per qualcosa che, sinceramente, non ci ripaga e non ci appartiene.
Siamo sicuri che il Socialismo chieda ai compagni simili sacrifici? Farsi prendere in giro, anzi, farsi sfottere in maniera pesante e anche palese, non essere ricevuti, non essere considerati e rimanere in silenzio pur di avere una spesso illusoria possibilità di avere un posto a tavola?
Il Socialismo è integrità morale e sociale, prima di ogni cosa, ribelliamoci a questa logica, ribelliamoci dall'Accattonaggio del Posto, rimettiamoci in gioco, tutti.
mercoledì 2 maggio 2018
Consigli per La ricrescita dei Garofani Rossi
Prima di procedere alla messa a dimora di nuovi ideali, assicurarsi di aver effettuato una buona analisi del terreno politico dove si vuole collocarli e delle possibilità di irrigazione del substrato cognitivo, questo per effettuare una idonea distribuzione di idee di fondo e poter programmare una buona permeazione nel terreno.
La specie dei Garofani Rossi è adatta al clima sanguigno mediterraneo, gradisce infatti elevata luminosità di orizzonti e sopporta bene bassi livelli di umiltà relativa; le temperature ottimali sono di 10-12°C di giorno e 25-30°C di notte dove normalmente si accendono i processi produttivi.
Pur prediligendo terreni sciolti tipici dei Garofani Rossi, si adatta bene anche a terreni più strutturati purchè venga assicurato un buon filtraggio di idee ed una buona dotazione di sostanza economica.
Il ReOt ottimale è compreso tra 1,2 e 3,4 milioni di voti; valori di ReOt troppo bassi (sotto lo 0,7) aumentano la pericolosità della tenuta dei leganti di supporto e della rete direttiva centrale.
Conducibilità conflittuali elevate comportano fibrillazioni che amplificano la radicalizzazione delle piante periferiche favorendo in questo modo l’insorgere di patologie a carico del colletto bianco e dell’apparato centrale.
L’uso di spargimento di “sostanze organiche” in agglomerati notturni nelle prime fasi favorisce un rapido attecchimento delle idee di crescita ed un loro equilibrato sviluppo iniziale anche se tendente a torsioni spaziali a volte inconcludenti.
La fumigazione negli agglomerati notturni è una pratica necessaria per la coltivazione del Garofano Rosso, anche se fortemente criticata e vietata dai moderni stili di coltivazione.
Le specifiche sostanze da usare per la fumigazione del Garofano Rosso, nel caso sono di tipo Lite fine; è importante utilizzare il prodotto giusto (Marbo o Murat o Came per i casi estremi) poi la rete stesa sui germogli darà i suoi frutti.
E' buona norma procedere alla messa a dimora delle piante il prima possibile, nelle ore più fresche della serata.
Per avere una densità media di 150 frutti a sezione/lorda vanno inserite sempre tre piante per sede di coltura lasciando liberi i virgulti periferici ma controllando la crescita rilasciando o serrando la rete centrale di coltura direzionale.
Raccomandiamo a tutti i coltivatori di Garofani Rossi di evitare di piantare troppo in profondità: ciò favorisce la riflessione mutevole della specie e la ricerca di nuovi spazi per emergere sicuramente incontrollabili e grandi probabilità di alimentare i Radicali liberi.
Nelle prime fasi dopo la semina, procedere a brevi e frequenti nebulizzazioni di storie e ideologie per favorire l’attecchimento della cultura di governo delle piantine.
La cimatura dei virgulti principali dei Garofani Rossi va effettuata mano a mano che si evidenziano i bocci preferendo interventi scalari e tenendo conto delle indicazioni varietali circa la produttività e la precocità delle rinascite.
Anche l’epoca di impianto influisce sulla cimatura: negli impianti giovanili precoci si può cimare sia in basso sia in alto, mentre negli impianti tardivi è preferibile cimare più in alto specie se il ReOt scende sotto al limite di 0,7.
Il rapporto nutritivo I:P:RiE consigliato è di 1:8, 1:10 nelle fasi iniziali, e di 1:20; 1:25 per la crescita vitale normale.
Sono consigliabili dosi non superiori a 1,2 discorsi per mille piante di fertilizzanti organici settimanali.
Per i più tardivi riporto la Tabella delle Equivalenze vegetali > politiche:
Processi produttivi notturni > riunioni
ReOt > Risultato Elettorale Ottimale
Frutti > Iscritti
Cimatura > taglio delle teste calde e degli irascibili troppo indipendenti
Rapporto Nutritivo I:P:RiE > Ideali : Progetti : Risultati Elettorali dove 1,8 /1,10 - 1,20/1,25 sono gli obiettivi di voti per ciascun iscritto
LA GOLIARDIA AL POTERE - RIDERE AIUTA NEI MOMENTI IMPORTANTI
La specie dei Garofani Rossi è adatta al clima sanguigno mediterraneo, gradisce infatti elevata luminosità di orizzonti e sopporta bene bassi livelli di umiltà relativa; le temperature ottimali sono di 10-12°C di giorno e 25-30°C di notte dove normalmente si accendono i processi produttivi.
Pur prediligendo terreni sciolti tipici dei Garofani Rossi, si adatta bene anche a terreni più strutturati purchè venga assicurato un buon filtraggio di idee ed una buona dotazione di sostanza economica.
Il ReOt ottimale è compreso tra 1,2 e 3,4 milioni di voti; valori di ReOt troppo bassi (sotto lo 0,7) aumentano la pericolosità della tenuta dei leganti di supporto e della rete direttiva centrale.
Conducibilità conflittuali elevate comportano fibrillazioni che amplificano la radicalizzazione delle piante periferiche favorendo in questo modo l’insorgere di patologie a carico del colletto bianco e dell’apparato centrale.
L’uso di spargimento di “sostanze organiche” in agglomerati notturni nelle prime fasi favorisce un rapido attecchimento delle idee di crescita ed un loro equilibrato sviluppo iniziale anche se tendente a torsioni spaziali a volte inconcludenti.
La fumigazione negli agglomerati notturni è una pratica necessaria per la coltivazione del Garofano Rosso, anche se fortemente criticata e vietata dai moderni stili di coltivazione.
Le specifiche sostanze da usare per la fumigazione del Garofano Rosso, nel caso sono di tipo Lite fine; è importante utilizzare il prodotto giusto (Marbo o Murat o Came per i casi estremi) poi la rete stesa sui germogli darà i suoi frutti.
E' buona norma procedere alla messa a dimora delle piante il prima possibile, nelle ore più fresche della serata.
Per avere una densità media di 150 frutti a sezione/lorda vanno inserite sempre tre piante per sede di coltura lasciando liberi i virgulti periferici ma controllando la crescita rilasciando o serrando la rete centrale di coltura direzionale.
Raccomandiamo a tutti i coltivatori di Garofani Rossi di evitare di piantare troppo in profondità: ciò favorisce la riflessione mutevole della specie e la ricerca di nuovi spazi per emergere sicuramente incontrollabili e grandi probabilità di alimentare i Radicali liberi.
Nelle prime fasi dopo la semina, procedere a brevi e frequenti nebulizzazioni di storie e ideologie per favorire l’attecchimento della cultura di governo delle piantine.
La cimatura dei virgulti principali dei Garofani Rossi va effettuata mano a mano che si evidenziano i bocci preferendo interventi scalari e tenendo conto delle indicazioni varietali circa la produttività e la precocità delle rinascite.
Anche l’epoca di impianto influisce sulla cimatura: negli impianti giovanili precoci si può cimare sia in basso sia in alto, mentre negli impianti tardivi è preferibile cimare più in alto specie se il ReOt scende sotto al limite di 0,7.
Il rapporto nutritivo I:P:RiE consigliato è di 1:8, 1:10 nelle fasi iniziali, e di 1:20; 1:25 per la crescita vitale normale.
Sono consigliabili dosi non superiori a 1,2 discorsi per mille piante di fertilizzanti organici settimanali.
Per i più tardivi riporto la Tabella delle Equivalenze vegetali > politiche:
Processi produttivi notturni > riunioni
ReOt > Risultato Elettorale Ottimale
Frutti > Iscritti
Cimatura > taglio delle teste calde e degli irascibili troppo indipendenti
Rapporto Nutritivo I:P:RiE > Ideali : Progetti : Risultati Elettorali dove 1,8 /1,10 - 1,20/1,25 sono gli obiettivi di voti per ciascun iscritto
LA GOLIARDIA AL POTERE - RIDERE AIUTA NEI MOMENTI IMPORTANTI
mercoledì 21 marzo 2012
Monti scarica la CGIL - dov'è la novità?
E adesso? Il dibattito si concentra su cosa succederà del PD? Di quello mi interessa fino ad un certo punto, sono sinceramente molto più interessato a cosa succederà di noi, di tutte quelle persone che da sempre portano avanti le loro esistenze lontano dalle lobby, lontano dal potere e che con onestà e sacrificio lavorano, portano avanti "la carretta", subendo angherie e vessazioni di ogni tipo.
Eppure siamo noi che manteniamo in piedi la "baracca" e veniamo trattati da baraccati.
Monti ieri sera ha manifestato il dispiacere per la rottura con la Cgil, ma aggiunge che il "potere di veto" non è più consentito a nessuno. Strano no? Ma se solo pochi giorni fa a fatto marcia indietro sulle liberalizzazioni (vedi le lobby degli avvocati, dei farmacisti, dei notai, ecc. ecc.). Ma se solo pochi giorni fa a fatto marcia indietro su RAI e giustizia. Dov'è l'uomo integerrimo che non fa marcia indietro? E' facile colpire i deboli, è facile tagliare i servizi ai deboli, è facile umiliare sempre i deboli. E' difficile colpire un collega professore che fa anche l'avvocato, magari siede in qualche consiglio di amministrazione e fa parte di qualche club esclusivo internazionale.
Mi manca un partito che si batta per i deboli, per aiutare coloro che mancando di amicizie con un potente non possono chiedere niente e non ricevono niente.
Ma lo vorrei capace di elaborare progetti ambiziosi, di elaborare progetti etici di governo e capaci di parlare con termini comprensibili, abbandonando i giri di parole inconcludenti, evanescenti.
Non sopporto il parlare forbito di Vendola da accademico della crusca, non mi piace neppure gli eccessi popolani di Di Pietro (non me ne voglia), vorrei qualcuno capace di costruire un progetto di governo che finalmente si aprisse ad una vera visione etica di governo che creasse quel connubio di liberismo, riformismo e solidarietà tale da permettere la piena espressione delle capacità e delle libertà dell'uomo.
Chiedo tanto vero? Questo è un pensiero personale ma scritto con l'amaro in bocca e la delusione nell'animo.
Eppure siamo noi che manteniamo in piedi la "baracca" e veniamo trattati da baraccati.
Monti ieri sera ha manifestato il dispiacere per la rottura con la Cgil, ma aggiunge che il "potere di veto" non è più consentito a nessuno. Strano no? Ma se solo pochi giorni fa a fatto marcia indietro sulle liberalizzazioni (vedi le lobby degli avvocati, dei farmacisti, dei notai, ecc. ecc.). Ma se solo pochi giorni fa a fatto marcia indietro su RAI e giustizia. Dov'è l'uomo integerrimo che non fa marcia indietro? E' facile colpire i deboli, è facile tagliare i servizi ai deboli, è facile umiliare sempre i deboli. E' difficile colpire un collega professore che fa anche l'avvocato, magari siede in qualche consiglio di amministrazione e fa parte di qualche club esclusivo internazionale.
Mi manca un partito che si batta per i deboli, per aiutare coloro che mancando di amicizie con un potente non possono chiedere niente e non ricevono niente.
Ma lo vorrei capace di elaborare progetti ambiziosi, di elaborare progetti etici di governo e capaci di parlare con termini comprensibili, abbandonando i giri di parole inconcludenti, evanescenti.
Non sopporto il parlare forbito di Vendola da accademico della crusca, non mi piace neppure gli eccessi popolani di Di Pietro (non me ne voglia), vorrei qualcuno capace di costruire un progetto di governo che finalmente si aprisse ad una vera visione etica di governo che creasse quel connubio di liberismo, riformismo e solidarietà tale da permettere la piena espressione delle capacità e delle libertà dell'uomo.
Chiedo tanto vero? Questo è un pensiero personale ma scritto con l'amaro in bocca e la delusione nell'animo.
domenica 11 marzo 2012
Attenti al sindacalismo di destra di Bonanni
Qual'è l'interesse di Bonanni ad isolare la Cgil. Riuscire in questa manovra è realmente il vantaggio dei lavoratori o solamente un vantaggio suo personale (non della Cisl). E' vero che spesso i sindacalisti Cgil si atteggiano a primedonne a depositari dell'unica verità sindacale ma è indubbio che hanno rappresentato e rappresentano milioni di lavoratori e che un default della Cgil non avvantaggia gli altri sindacati ma ne indeboliscono la capacità di rappresentanza. Lo sò che riprendere temi un po' datati non fa bene però in Bonanni ritrovo quella accondiscendenza al potere tipica del sindacalismo di destra, cioè pur di prevalere su tutti gli altri si alleano con la parte padronale o di potere anziche promuovere il confronto sulle idee, sui diritti, sui benefici per i lavoratori che rappresentano. Colgo nella politica sindacale di Bonanni elementi molto negativi e preoccupanti per la tutela dei diritti di chi lavora. Certamente Bonanni ha trovato sponda anche nella difficoltà che il PD ha nel trovare un suo concreto equilibrio nella politica del lavoro e dei diritti. E' proprio il tramonto dei grandi partiti della sinistra (che nel corso degli anni non hanno mai avuto difficoltà a battere i pugni sul tavolo in difesa della democrazia e dei diritti) che ha creato questo spazio di per il sindacalismo di "destra" a scapito della Cgil. La Cgil deve fare uno sforzo di rinnovamento della propria visione della propria idea di sindacalismo, oltre 40 anni di statuto dei lavoratori comportano una certa dose di obsolescenza di alcune tutele rispetto ad altre, e lo deve fare subito proprio per riprendere la scena sindacale e soprattutto bloccare quel sindacalismo strisciante di destra che con l'accettazione della contrattazione caso per caso, azienda per azienda, sa atroppo di corporativismo di dolorosa memoria.
Forza Camusso, batti i pugni sul tavolo, ma non del governo, su quello della politica. Bussa forte alla porta del PD per vedere se qualche vecchia cariatide muore d'infarto e lascia il posto a chi ha a cuore la difesa dei diritti e dei doveri (si doveri !!!) dei lavoratori e dei cittadini.
Forza Camusso, batti i pugni sul tavolo, ma non del governo, su quello della politica. Bussa forte alla porta del PD per vedere se qualche vecchia cariatide muore d'infarto e lascia il posto a chi ha a cuore la difesa dei diritti e dei doveri (si doveri !!!) dei lavoratori e dei cittadini.
martedì 29 novembre 2011
Non sono i licenziamenti facili la risposta alla crisi
I licenziamenti più facili non creano sicurezza, non creano occupazione, non creano crescita perché i lavoratori in un regime di mancanza di certezze, non possono reagire che diminuendo i propri consumi nel tentativo di crearsi comunque un minimo di castelletto di emergenza. I licenziamenti facili non sono la risposta alla precarietà sono sicuramente causa di ulteriore precarietà.
domenica 13 novembre 2011
Perchè dobbiamo scandalizzarci se la gente è scesa in piazza con feste balli e lanciando sfottò, lazzi e sberleffi. Perchè anche i dirigenti del PD devono stigmatizzare quanto è accaduto. Perchè io devo essere offeso dal Black Tap sentendomi dare del coglione perchè voto a sinistra oppure vedermi puntato il dito medio da ministri ed altre bassezze come indicare dei giovani che chiedono equità e lavoro come la parte peggiore delll'Italia.
Perchè dobbiamo avere rispetto di un personaggio che non ha speso una parola di solidarietà per i tanti morti che abbiamo avuto in questi giorni in seguito al maltempo ed alle tragiche alluvioni e frane.
Qualcuno lo ha per caso sentito spendere anche un piccolo sospiro per quelle persone?
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Perchè dobbiamo avere rispetto di un personaggio che non ha speso una parola di solidarietà per i tanti morti che abbiamo avuto in questi giorni in seguito al maltempo ed alle tragiche alluvioni e frane.
Qualcuno lo ha per caso sentito spendere anche un piccolo sospiro per quelle persone?
Chi semina vento raccoglie tempesta.
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